Malpensa, il Terminal 1 riaprirà con 3000 passeggeri. Oggi sono 500

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MALPENSA – Non c’è una data per la riapertura del Terminal 1, ma un numero. Il gigante si rimetterà in moto quando da Malpensa torneranno a transitare almeno 3mila passeggeri al giorno. Al momento resta in funzione la vecchia aerostazione, il Terminal 2, dove da oltre un mese e mezzo ormai si registrano afflussi attorno alle 500 persone tra partenze e arrivi, il 99 per cento i meno degli standard pre-Covid a Malpensa.

La Fase 2 senza data

Nel settore aereo non c’è a oggi una data precisa per l’inizio della cosiddetta Fase 2. La ripresa dell’aviazione commerciale dipenderà dalle scelte dei governi nazionali e delle singole compagnie aeree, che al momento stanno ancora a guardare. Chi si è esposta lo ha fatto soltanto per annunciare la sospensione della stagione estiva (American Airlines, Air Canada, Thai Airways) dando appuntamento a Milano per la fine di ottobre. Soltanto Emirates ha lanciato un messaggio di speranza, ipotizzando il ripristino del volo Dubai-Milano-New York per inizio giugno. Nei giorni immediatamente precedenti potrebbero riprendere anche i collegamenti verso le principali città europee, i primi che dovrebbero rimettersi in moto in modo graduale e comunque con frequenze nettamente ridimensionate, almeno all’inizio.

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Come cambia Malpensa

Sea, società di gestione degli scali milanesi, non aspetta immobile e sta lavorando per accogliere il ritorno dei passeggeri in modo tale da rispettare le norme igienico-sanitarie e di distanziamento sociale con cui saremo a costretti a convivere al termine del lockdown. Invitata ai tavoli di Regione Lombardia in cui si discute le regole della ripartenza, Sea ha spiegato che confermerà le prime misure messe in atto al Terminal 2 – che non si è mai fermato – estendendole e ampliandole. Oltre all’obbligo delle mascherine, sono già state intensificate le pulizie, con continui processi di igienizzazione e sanificazione degli spazi. Ha inoltre avviato i lavori sui sistemi d’aria interni per avvicinarli agli standard ospedalieri. Il plexiglass sarà parte integrante del nuovo “arredo” per evitare il contatto – dove possibile – tra il passeggero e gli addetti aeroportuali, tutti naturalmente muniti di adeguati dispositivi di protezione individuale. Cambiano anche i check-in, con file non più a serpente ma a pettine, con un metro e mezzo di distanza (segnato a terra) tra un passeggero e l’altro in attesa del proprio turno. Le fasi di controllo sono destinate ad allungarsi notevolmente: oltre alla misurazione della temperatura con il termoscanner ci sarà una vera e propria intervista al passeggero su provenienza e contatti recenti. In questo caso bisognerà capire quanto un’autocertificazione – da compilare nei giorni precedenti (al momento della prenotazione o del check-in on line) – possa accorciare i tempi di permanenza in aeroporto prima di salire in aereo. Cosa cambierà in volo è un’altra storia, che non è di competenza di Sea e su cui il governo è al lavoro nel macrosettore legato alla ripartenza del trasporto pubblico. Mascherine a bordo, pulizia accurata dei velivoli a ogni utilizzo e una parte di sedili lasciati vuoti per garantire il distanziamento sociale sono le basi su cui si sta iniziando a discutere.

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