Il 2024 di Busto dalla A di Antonelli alla Z di ZTL: tutte le sfide e le insidie

BUSTO ARSIZIO – Il 2023 si è concluso con la dura requisitoria del Prevosto monsignor Severino Pagani sul degrado sociale ed educativo esploso insieme ai botti di Natale contro la Basilica e il 2024 è iniziato con lo spettacolo del teatro Sociale “sold out” per il concerto di Capodanno. Ma cosa può aspettarsi Busto Arsizio dall’anno nuovo? Ecco un piccolo promemoria delle sfide e delle insidie del 2024, dalla A – che non può che essere associata al sindaco Emanuele Antonelli – alla Z della Zona a Traffico Limitato in procinto di allargarsi.

A come Antonelli: il sindaco entra nell’anno di metà mandato e si gioca la sua credibilità di amministratore concreto sui cantieri PNRR che partiranno in primavera (in primis il palaginnastica per lavare l’onta del faraonico Campus finito nel nulla), dopo aver tagliato un nastro “pesante” come quello del sottopasso di Sant’Anna. E dovrà anche decidere cosa fare da grande: se vuole chiudere, in bellezza, da sindaco per due mandati, tagliando nastri da qui al 2027, oppure se vuole ancora giocarsi le sue chances per un futuro oltre Busto. Ma per farlo dovrà limare il suo proverbiale “caratteraccio” e iniziare a sporcarsi le mani nella vita di partito.

B come Borri: è l’incompiuta di Busto per eccellenza ed è il più atteso in assoluto, oltre che più il più complesso, tra i cantieri PNRR che prenderanno il via nei prossimi mesi, in scia all’ex carcere che già procede a pieno ritmo. Al Borri sorgeranno un Auditorium, uffici comunali, spazi per l’inclusione e una palazzina di housing sociale con il contorno di verde e piazze, per chiudere definitivamente un capitolo che si è aperto più di vent’anni fa con la controversa acquisizione da otto miliardi di vecchie lire.

C come Cultura: è la principale sfida della vicesindaco Manuela Maffioli, attivissima su questo versante, che non a caso ha chiuso il 2023 con gli Stati Generali in cui si è riaffermato il valore economico del settore in città. “La cultura rende”, ma i bilanci comunali non permettono più voli pindarici e ci si deve affidare sempre di più ai privati e alle eccellenze dell’associazionismo per mantenere alta la qualità dell’offerta. Ma il salto di qualità si può fare e l’esempio da replicare anche in altri ambiti è quello del Teatro Sociale, che con la lirica e le produzioni ha dimostrato di poter alzare l’asticella lavorando “in casa”.

D come Derby: sarà l’anno del clamoroso derby di Busto Arsizio nella serie A1 di pallavolo? Con la Uyba che ha reagito bene all’addio di Julio Velasco e la Futura che è ad un passo dalla vetta della classifica in A2, la prospettiva di ritrovarsi con due squadre nella massima serie del volley femminile è tutt’altro che peregrina. Molti continuano a chiedersi se abbia senso per una realtà come Busto, qualcuno comincia a chiedersi se nel caso entrambe le squadre potranno giocare nel palazzetto di viale Gabardi, di certo sarebbe la consacrazione di Busto Arsizio come “Volley City” italiana.

E come Esagonale: la Sala, quella dove si svolgono i consigli comunali e dove ci si aspetta un sano confronto democratico sui temi cruciali del futuro della città. Finora il dibattito, per usare un eufemismo, non è stato sempre all’altezza delle aspettative. E se la maggioranza si frega le mani (e a volte gioca a farsi l’opposizione in casa), le minoranze vanno spesso in ordine sparso e non affondano il colpo nemmeno quando potrebbero. Un film che si ripeterà anche nel 2024?

F come Film Festival: il Baff è atteso alla sua edizione numero 22, un festival ormai entrato nella piena maturità ma che forse deve decidere cosa fare da grande. Più festa in grado di richiamare grandi folle (come i mille per gli attori di “Mare fuori” della scorsa edizione) o più rassegna di nicchia per gli appassionati? Perché finora è stato un po’ tutt’e due. Le risorse sono quelle che sono, ma la passione non manca. E il “sistema cinema” a Busto è ormai una realtà, con una scuola – l’Icma – che va a gonfie vele, ma una Film Commission da rilanciare.

G come Giunta: rimarrà la stessa squadra anche nel 2024? La parola “rimpasto” sembra quasi sparita dal dibattito politico cittadino. Ma continua ad aleggiare con l’avvicinarsi della boa di metà mandato e delle elezioni europee. Nel suo discorso alla stampa di fine anno, il sindaco Antonelli ha promosso a pieni voti tutti e sette i suoi assessori e in questo momento i partiti non sembrano così forti e determinati da poter imporre cambi in corsa. Ma l’anno è lungo e in politica i tempi si sono accorciati: mai dire mai.

H come Hotel: la rinascita del “matitone” di via Magenta è stata una delle notizie più inaspettate del 2023. Il settore della ricettività ha raddoppiato i suoi numeri, il nuovo anno ci dirà se trainerà ulteriori investimenti. Però il metodo di lavoro intrapreso dalla vicesindaco Maffioli sul tema andrebbe replicato in altri ambiti. Perché è la dimostrazione che lavorando seriamente e con un obiettivo chiaro i risultati arrivano, anche quando sono inaspettati.

I come Isabella: Tovaglieri, of course. È già da tempo in piena campagna elettorale (televisiva ma anche sugli sconfinati territori del collegio) per guadagnarsi una riconferma al Parlamento Europeo resa particolarmente ostica dalle condizioni non propriamente brillanti del suo partito, la Lega, a livello nazionale (Pagnoncelli la segnala inchiodata all’8%, contro il 34% del 2019). Dovrà sgomitare per la rielezione, come sta facendo da anni con dedizione per emergere, ma avrà molti alleati in città che la preferiscono a Bruxelles piuttosto che, eventualmente, di ritorno a Busto.

Isabella Tovaglieri

J come Justice (High Court of): è quella di Londra che ha dato all’amministrazione la mazzata sui derivati, costata alle casse comunali più di quattro milioni di euro di spese legali per non ottenere null’altro che la conferma che il contratto con Deutsche Bank era regolare. Ora ci si chiede se la storia è finita qui o se avrà ulteriori sviluppi. Si spera, perlomeno, che siano meno costosi.

L come Lampioni: quelli di Richino Castiglioni dovrebbero tornare, rifatti nuovi di zecca, nelle due piazze principali di Busto (San Giovanni e Santa Maria), ma quelli nuovi installati da A2A continuano a non convincere in molti punti della città, perché fanno poca luce e perché ancora troppo inclini allo spegnimento improvviso. Sarà l’anno della chiusura dei lavori per l’illuminazione ma anche della svolta?

lampioni busto politica
I lampioni di Richino Castiglioni rimossi dal centro storico di Busto Arsizio

M come Mobilità: le nuove corsie ciclabili sono costantemente nel mirino dei social ma l’assessore Loschiavo non ha intenzione di fare passi indietro e il sindaco lo sostiene, anche se fa politiche che assomigliano molto a quelle del contestatissimo (dal centrodestra) Sala a Milano. E nel 2024 arriverà il tanto atteso Pums, ma anche il piano della sosta e il biciplan. Così finalmente il progetto di rivisitazione della mobilità cittadina sarà organico e non più a pezzetti.

N come Neutalia: se non fosse per la tenacia dei comitati, il tema dell’inceneritore sarebbe già sparito dai radar del dibattito politico, visto che non ci sono più le turbolente assemblee con 27 sindaci, con le loro zuffe e i continui rinvii delle decisioni. In primavera si dovrà sciogliere il nodo del nuovo Cda, chiamato a concretizzare il maxi piano industriale da 100 milioni: rimarrà in pole per la presidenza l’ex assessore Laura Mira Bonomi?

O come Ospedali: più che il nuovo, la cui strada è tracciata tra mille adempimenti burocratici, sarà l’attuale ospedale al centro della scena. Sia per le falle da tamponare in epoca di carenza di medici, compito che toccherà al nuovo DG di ASST Valle Olona Daniela Bianchi. Sia per le scelte da compiere per la futura destinazione del sedime da dismettere. Partita tutt’altro che semplice e su cui inizieranno a lavorare i tecnici di Arexpo. Ma è ora che anche la politica su questo tema faccia sentire la sua voce.

P come Piscina: il 2024 sarà l’anno della svolta alla Manara? Oggi è un disastro, e l’attuale gestore Forus sembra di fatto aver gettato la spugna: dopo le imbarazzanti risposte in commissione sport, sta collezionando penali senza battere ciglio. Il cambio di gestione sembra ormai dietro l’angolo, confezionato dal sindaco e dall’assessore allo sport Artusa. E per Busto far ripartire la piscina sarà come per una squadra di calcio ritrovare un top player dopo un lungo infortunio.

Q come Quartieri: a Borsano chiudono i negozi e a Madonna Regina non ci sono supermercati, a Sacconago non s’intravedono novità per i ruderi del centro storico, a Sant’Anna si sentono traditi da un sottopasso di complicato accesso proprio per chi vive nel quartiere. Ma sul fronte opposto San Michele prova a rilanciarsi con gli eventi, Sacconago si prepara alla rinascita dell’ex oratorio, Sant’Anna ha una parrocchia attivissima che sforna nuove iniziative, Beata Giuliana completerà la rivoluzione tra nuovo ospedale, ex Mizar e palaginnastica, San Giuseppe punta al ricambio generazionale e guarda come un’opportunità la futura riqualificazione dell’ospedale. La forza dei quartieri sono le comunità, ed è solo lì, più che da chissà quali ricette imposte dall’alto, che si può ripartire per mantenerli vivi.

R come Reguzzoni: destini incrociati tra Marco che, dopo il colpo Mizar, sta tornando sulla scena politica a suon di post e proposte, anche provocatorie (come la “boutade” sulla città unica tra Busto e Gallarate), a quanto pare in cerca di una candidatura alle europee – che però appare improbabile con la Lega visto che con il segretario provinciale Andrea Cassani non c’è feeling, ma anche con Fratelli d’Italia dove il suo approdo rischierebbe di mettere in subbuglio la base, già perplessa dopo aver imbarcato il Marco Colombo di Daverio – e Paola che si è messa a fare i compiti – assessore all’inclusione sociale con un profilo molto istituzionale e più inclusiva anche nei rapporti con gli alleati – per studiare, chissà?, da sindaco per il dopo Antonelli. Magari i cenoni in famiglia sono stati l’occasione per coordinarsi, così da rendere gli obiettivi più raggiungibili.

Marco Reguzzoni, già capogruppo della Lega a Montecitorio e presidente della Provincia di Varese

S come Sacco azzurro: è l’emblema della rivoluzione della raccolta dei rifiuti di Agesp, all’insegna della nuova tariffa puntuale. Dopo una mezza falsa partenza si dovrà lavorare molto sulla comunicazione (e magari su qualche accorgimento per venire incontro ai dubbi dell’utenza) per farne capire ai cittadini i benefici e i vantaggi, perché è innanzitutto una rivoluzione culturale più che di portafoglio.

T come Testa: Patrizia, la presidente della Pro Patria in cerca continua di sostegno per mandare avanti il club che lotta per la permanenza tra i professionisti del calcio. Ogni anno sembra l’ultimo, ma poi l’amore per la maglia biancoblù prevale sulle considerazioni economiche. Fatto sta che la Pro – Gazzetta dixit – continua ad essere nelle ultime posizioni come budget ma sul campo, pur con qualche difficoltà in più rispetto alla scorsa stagione, riesce a tenere botta. Sarebbe ora di trovare un cavaliere bianco(blu) che possa dare più tranquillità al club.

U come Urbanistica: il 2024 è l’anno caldo del Pgt, una sfida che entrerà nel vivo per disegnare la Busto del 2030. Finora se ne parla poco, ma un’ampia e approfondita discussione sarà decisiva per cogliere le opportunità di un riassetto del territorio che ha bisogno di una visione. E di ambizioni (anche un po’ folli), come quelle dell’assessore Mariani sulla Hydrogen Valley e sulla riqualificazione delle stazioni ferroviarie, ma anche dell’assessore Loschiavo sul “Metrobus“.

V come Vittorio Emanuele: la piazza ancora incompiuta nel 2023 ha perso anche i suoi negozi storici, oltre a barcamenarsi tra cattive frequentazioni, pavimentazione a pezzi, fontane spente da anni, vetrine dei negozi sfitte. Gli eventi saltuari e le luci artistiche di Natale non bastano per rilanciarla, ci vuole un miracolo, o forse qualche idea (come riaprirla al traffico sull’asse Pozzi-Montebello?).

W come World (Boxing Qualifying Tournament): a marzo Busto Arsizio, con la sua e-work Arena, diventerà il centro del mondo del pugilato olimpico, con il primo torneo di qualificazione per i Giochi di Parigi 2024. Un’occasione unica per promuovere la città come destinazione sportiva di livello internazionale, per la quale occorrerà trovarsi pronti, anche come città a 360 gradi. Possibile grazie ad un palazzetto che 25 anni fa sembrava una cattedrale nel deserto lasciata dalla Prima Repubblica, ma che in realtà fu un’intuizione geniale. Una lezione per la politica di oggi.

X come X (Mr. o Mrs.): chi sarà il leader del centrosinistra che tenterà l’ennesimo assalto alla roccaforte del centrodestra di palazzo Gilardoni? I tentativi precedenti sono stati un buco nell’acqua, stavolta forse occorrerà partire con più largo anticipo, con le idee chiare sulle alleanze e magari individuando subito un nome credibile che possa preparare il terreno in vista del 2027.

Y come Y (Raccordo): inizieranno i lavori, con tanto di espropri per cinque villette in via Sorrento, ma ancora non si è capito se serve davvero, e a cosa servirà, il binario che collegherà la linea di RFI con quella delle Nord per instradare i treni in arrivo da Centrale, Garibaldi e Rho Fiera sulla rotta del Malpensa Express. Che è poi la stessa funzione del nuovo raccordo tra Gallarate e il T2 di Malpensa, già in costruzione.

Z come ZTL: si allargherà a via Cavallotti e via Bramante, come già testato con il Cavallotti Garden nel settembre del 2022. Ma sono palesi le “mire” su piazza Trento e Trieste (e su piazza Garibaldi). Tutti tentativi che si scontrano da sempre con le resistenze di una parte del mondo del commercio. La cui forza di contrasto però oggi appare meno incisiva rispetto agli anni delle battaglie – comunque riuscite solo in parte – contro le pedonalizzazioni.

busto arsizio 2024 Antonelli ZTL – MALPENSA24